Si è tenuta a Trieste dal 3 al 7 luglio scorso la 50esima settimana sociale dei cattolici in Italia. La storia delle settimane sociali però parte da lontano: la prima edizione si è tenuta, infatti, nel 1907 su iniziativa del sociologo ed economista Giuseppe Toniolo. L’obiettivo dell’iniziativa, che si è ripetuta nel corso degli anni fino ad arrivare ai giorni nostri, era quello di affrontare e discutere temi sociali, economici e politici alla luce della dottrina sociale della Chiesa, fornendo un contributo intellettuale e operativo alla promozione del bene comune e della giustizia.

Quest’anno il tema scelto è stato “al cuore della democrazia”, un invito a riflettere sui valori fondamentali che sostengono una società democratica, libera e partecipativa.

Quasi 1000 i delegati presenti provenienti da tutta Italia e centinaia gli stand espositivi di imprese, cooperative sociali, enti del terzo settore, università, associazioni culturali e di promozione sociale, tra cui anche Comunità di Connessioni.

Il programma ha previsto interventi tenuti da diversi ospiti e lavori in gruppo che hanno favorito la partecipazione di tutti i delegati presenti e la possibilità di arrivare alla stesura di documenti condivisi sul tema trattato durante la settimana. Al termine dei lavori, le giornate proseguivano negli stand e nelle piazze in cui era possibile entrare in contatto con tante realtà e con le loro proposte di buone pratiche di cittadinanza attiva e di partecipazione democratica alla vita sociale. A queste iniziative si sono aggiunte tavole rotonde tematiche e tanti spazi dedicati alla musica, al teatro e allo spettacolo.

Democrazia, diritti, esperienze virtuose e buone prassi di relazioni sociali ed educative sono stati tra i temi discussi durante la settimana.

Non si è trattato, quindi, di un semplice convegno, ma di una vera e propria mobilitazione culturale e politica per rendere reale l’impegno dei singoli cittadini e delle realtà presenti su tre grandi temi fondamentali: la democrazia, i diritti, la ricerca del bene comune.

La settimana si è aperta con la presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con un intervento che ha toccato alcuni punti sensibili oggetto dei lavori dei giorni successivi e che ha ispirato i partecipanti a vivere l’esperienza con la consapevolezza di essere “protagonisti della storia”.

Battersi contro quelli che il Presidente Mattarella ha chiamato gli “analfabeti della democrazia” significa non solo avere istituzioni aperte al confronto, ma sostenere un’idea di sovranità che, come ha sottolineato il Presidente, va declinata in chiave europea perché solo tale via può difendere veramente la democrazia, la giustizia, la pace e lo sviluppo.

Durante i lavori di gruppo ciò che ha colpito maggiormente è stata la passione e l’impegno dei partecipanti: quella che si è formata è una vera e propria comunità di persone che rappresenta l’impegno a mettere l’uomo al centro attraverso l’esercizio della democrazia, per continuare a farla vivere. Un obiettivo che nasce ispirato dalle parole dello stesso Presidente Mattarella che ha ricordato che “la democrazia è un esercizio dal basso, legato alla vita di comunità, perché democrazia è camminare insieme”.

Per Comunità di Connessioni la partecipazione a questo evento è stata occasione di confronto e dialogo con tante nuove realtà. La nostra presenza è stata l’occasione per narrarci come Comunità e ribadire la nostra missione: connettere mondi diversi che si incontrano in uno spazio relazionale, rivivere il fondamento della spiritualità che è alla base di ogni agire politico, approfondire i contenuti, rinnovare l’impegno a riportare quanto apprendiamo nei nostri mondi. Sono state moltissime le persone che sono venute a conoscerci e che speriamo di incontrare di nuovo sulla nostra strada per alimentare il sogno di costruire una generazione europea e connessa che promuova la crescita e lo sviluppo di una cultura politica. Connessioni c’è per offrire il suo modello di formazione e per camminare insieme.

La cinquantesima edizione delle settimane sociali si è conclusa con l’intervento di Papa Francesco e la Santa Messa da lui celebrata. Le sue parole hanno permesso ai delegati e a tutti i partecipanti di chiudere questa esperienza al cuore della democrazia ricordando che dobbiamo avere il coraggio di avviare processi che mettano al centro la dignità, la libertà e l’autonomia delle persone. Il Santo Padre ci ha lasciato una testimonianza importante dei valori che hanno guidato le settimane sociali e che continueranno ad illuminare di speranza il lavoro di quanti si impegnano per un mondo più giusto, ricordandoci che “senza speranza” non si ricostruisce il presente.

I giorni a Trieste ci hanno insegnato che le cose belle nascono dall’amicizia, dall’incontro e dallo scambio e tutto questo permette alla democrazia di essere forte e viva.